Per molti imprenditori e top manager la crisi del Coronavirus è stato un vero fulmine a ciel sereno che li ha colpiti in pieno.
La sensazione iniziale, per tutti, è stata quella di un profondo scoramento; per quanto fossero abituati a reagire prontamente alle fluttuazioni dei vari mercati in cui operano, l’estensione e la repentinità della crisi in atto li ha talvolta come annichiliti.
In realtà, però, la cosa di cui aver maggiormente paura ora è proprio la paura stessa, più che il corona virus.
Una grande paura ha l’effetto di immobilizzare l’individuo o di spingerlo verso scelte auto/etero aggressive, inefficaci rispetto alla reale situazione (è una reazione ancestrale alle minacce che vale, dalla notte dei tempi, per tutto il regno animale, denominata “Fight or Freeze”).
Ci sono fondamentalmente tre modalità che vedo adottare come reazione alla crisi in corso (le prime due fortemente inefficaci):
- Fermarsi (freeze) ed aspettare che tutto torni alla normalità pre corona virus, utilizzando le riserve per tenersi a galla per qualche mese;
- Arrabbiarsi con il Governo, la Regione, il SSN, la Cina, l’EU, e quant’altro perché non forniscono aiuti per la sopravvivenza del business;
- Evolvere verso nuove modalità di fare business che incorporino e facciano leva, eticamente, sulla situazione di crisi attuale e sulla nuova “normalità” post crisi acuta.
Non si ritornerà, nel breve periodo, alla normalità pre-Coronavirus, per motivi che sarebbe lungo spiegare in poche righe ma che inducono fortemente a pensare che più che ad una sconfitta a breve termine del virus bisognerà ragionevolmente puntare ad un suo efficace contenimento per molti mesi ancora e ad una vigilante convivenza a medio termine con esso, il che rende impraticabile lo stare fermi, per mesi e mesi, in attesa che tutto passi (strategia 1) o puntare esclusivamente su aiuti generalizzati che possano realmente sopperire al crollo del business (strategia 2).
Anche perché oltre alla crisi sanitaria del Coronavirus ne va considerata la susseguente devastazione economica indotta in imminente arrivo.
Non abbiate paura dei momenti difficili, il meglio viene proprio da li!
Rita Levi Montalcini
Evolvere è, quindi, la migliore strategia per il business e per noi stessi.
Per puntare sull’evoluzione del proprio business (e di noi stessi che ne siamo l’anima) è necessario, nel più breve tempo possibile:
- elaborare il lutto della perdita del modello di business precedente (che era, nel tempo, diventato un nostro elemento identitario);
- focalizzarsi sul mettere sotto controllo la paura (e la nostalgia) per poter riattivare il coraggio, la creatività e la determinazione imprenditoriali/manageriali ed, in particolare, la capacità di individuare quale valore aggiunto si può fattivamente generare nella situazione di crisi acuta da Coronavirus e nella situazione di crisi post-acuta successiva.
Il problema della paura fuori controllo, infatti, è che inibisce la creatività ed il pensiero laterale che sono assolutamente necessari per cogliere i segnali deboli delle esigenze di mercato attuali e future, mentre evolversi e far evolvere il proprio business significa riorganizzarlo tempestivamente, parzialmente e/o totalmente, sulle nuove contingenze ed esigenze di mercato a breve e medio termine.
Il Coronavirus ed il lockdown, non hanno ucciso, in realtà, tutti i business in maniera generalizzata e globalizzata, hanno colpito quelli che prevedono assembramenti fisici di persone ed in maniera differenziata sui vari territori, mentre hanno, allo stesso tempo, prodotto un boom di vendite per la distribuzione alimentare, l’entertainment online, i servizi di web meeting, l’e-commerce, la sanità privata, i produttori di DPI e di ventilatori, le consegne a domicilio ed altri.
La domanda evolutiva da porsi, in questo momento, è quindi: Come faccio a riposizionarmi tra quelli che guadagnano, eticamente, al tempo del coronavirus?
La risposta può essere adattativa (es: con il mio ristorante, chiudo la sala ed inizio a mettere i camerieri a fare consegne a domicilio nella mia zona, con la mia azienda tessile mi metto a produrre mascherine ecc) oppure totalmente “disruptive” (chiudo tempestivamente questa attività e ne apro una nuova a prova di coronavirus), andando a cercare esigenze espresse e/o latenti delle persone/aziende da soddisfare durante la crisi acuta e post acuta.
Per mettere sotto controllo la paura, non lasciarsi immobilizzare o mal consigliare da essa e ritrovare il coraggio, la creatività e la determinazione necessari, può essere utile porsi la domanda: Quali altre crisi ho affrontato e superato con successo in passato? E come?
Se lo fai subito, adesso, quando ti guarderai indietro potresti addirittura arrivare a considerare il Coronavirus come una mano di carte che la vita ti ha passato giocata bene.
I miei migliori auguri a tutti di uscirne più forti e più determinati di prima.
Photo credits: www.maldamore.it