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Come gestire ansia e stress sul lavoro

Negli ambienti finanziari c’è un detto: “Trend is your friend!”

Che serve a ricordare agli operatori che i trend di borsa (movimenti di massa al rialzo o ribasso su uno o più titoli) se gestiti proattivamente forniscono occasioni di guadagno se subiti reattivamente occasioni di perdita.

Qualcosa di simile potremmo dire sullo stress/ansia sul lavoro: “Stress is your bless!”.

Al di la di quello che teorizzava Nietzsche (“Quello che non mi uccide mi fortifica!”), che poneva l’accento sul fatto che le prove difficili, nella vita e nel lavoro, ci allenano e ci fortificano (se non ci uccidono), dobbiamo allenarci a gestire proattivamente lo stress e trasformarlo da nemico in amico.

L’ansia, infatti è come una spia accesa sul nostro cruscotto che ci segnala che dobbiamo fare attenzione a qualcosa che sta accadendo e che non avevamo sinora considerato.

Così come le spie della nostra auto, ignorare la segnalazione ci porterà ad avere problemi, agire proattivamente, giocando d’anticipo ci porterà ad evitare problemi e magari a trasformarli in opportunità (cosa che dovremmo sempre fare quando si tratta di gestire business e carriere).

Non è possibile, infatti, avere una buona performance se il nostro livello di ansia/stress è pari a zero (noia/disinteresse), perché la nostra attenzione sarà minima e la nostra attivazione insufficiente.

Dall’altro capo dello spettro, un livello di stress/ansia a fondo scala (distress) ci manderà in sequestro emotivo, impedendo al nostro cervello di funzionare al meglio e, anche in questo caso, il risultato sarà di performance carente e/o insostenibile nel tempo (come un motore in fuorigiri che fonde rapidamente).

La performance ottimale, sul lavoro e nella vita, si ottiene solo perseguendo uno stato intermedio di stress/ansia (eustress) che favorisce la nostra migliore attenzione focalizzata sull’obiettivo e sui passi necessari per raggiungerlo in uno stato di flow (quello che si raggiunge allorquando si perseguono obiettivi sfidanti, ma non impossibili, che ci interessano profondamente e ci portano a dare il meglio di noi stessi).

Quindi, la prossima volta che sei in ansia/stress identifica se si tratta di eustress o distress, nel secondo caso cerca di capire come potete “ricaricare le batterie” e/o lavorare meglio, nel primo caso, invece, cerca di distinguere tra paure irrealistiche e paure realistiche e di formulare un piano d’azione che minimizzi i rischi e massimizzi le opportunità dando il meglio di te stesso.

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