Start-Up Coaching… di che si tratta?
Un noto proverbio recita: “Aiutati che Dio ti aiuta!”.
La lunga fase di transizione economica che stiamo attraversando approderà ad una ridefinizione di molti paradigmi relativi alla creazione del valore.
Uno di questi paradigmi in transizione è il passaggio dal lavoro dipendente, manageriale, autonomo o imprenditivo vecchio stampo, alla nuova auto-imprenditorialità delle Start-Up. Non si tratta più solo oggi di “cercare” un lavoro pre-definito, quanto di “inventarlo” andando a colpire le esigenze latenti nel mercato.
In questo complesso processo di scoperta, crescita ed organizzazione, finalizzato alla creazione di valore per se e per gli altri, l’affiancamento con uno Start-Up Coach è una valida via per minimizzare i facili errori fatali (il 70% delle Start-Up falliscono entro i 3 anni) e massimizzare la performance.
Il modello di Start-Up Coaching implementato dal sottoscritto prevede le seguenti fasi sistemiche (©A.LoRusso):
- S-pirit, dall’idea all’azienda;
- T-rue, stato del mercato, stato individuale, stato delle risorse;
- A-dopt, individuazione delle possibili strategie operative e rigorosa selezione di quella più appropriata;
- R-ealization, attuazione della strategia selezionata attraverso outline ed implementazione concreta di un dettagliato Business Plan;
- T-est, gestione tattico-strategica degli ostacoli di implementazione del Business Plan previsti, imprevisti e/o imprevedibili.
Per non ricadere nel 70% di fallimenti non basta sfuggire ai vecchi paradigmi e generare una buona idea creativa, non basta essere un efficace organizzatore, non basta essere un leader, non basta essere un efficace fundraiser, serve riuscire a crescere velocemente, individualmente e come team per diventare tutte queste cose insieme.
Sono innumerevoli, infatti, i casi di ottime idee naufragate per inefficacia in una delle aree di cui sopra.
Stay hungry, stay foolish!