Un lettore, Leopoldo (59) ha scritto: “Ho un problema con mio figlio Eugenio (24), lui è un ragazzo molto brillante ed intelligente ed, essendo la nostra una famiglia ricca, abbiamo potuto dargli un’istruzione di ottimo livello, nonostante questo, però, non sembra per nulla interessato a prendere parte all’attività familiare, un importante… omissis …e noi non sappiamo più cosa fare. Cosa ci può consigliare?”
Nessuno di noi è motivato a fare qualcosa perché altri hanno deciso che dobbiamo seguire quella strada (la famiglia, il coniuge, la scuola).
Questo è specialmente vero per i membri della generazione Y, come Eugenio.
Questi giovani o almeno la frazione più abbiente, libera dai bisogni di sussistenza primari, pondera le proprie scelte in base al concetto di“Autorealizzazione”, bilanciata con “l’approvazione del gruppo” .
I giovani legano fortemente la propria autostima all’appartenenza ad un gruppo e questo li porta ad introiettare totalmente i valori e disvalori del gruppo stesso come se fossero i propri.
Questo meccanismo, in realtà, funziona anche da adulti ma in misura molto più diversificata che per i giovani. Il cosiddetto “controllo sociale” resterà importante ma in misura via via meno determinante per l’autostima dell’adulto.
L’Autorealizzazione, invece, è un concetto molto diverso dalla “Gavetta” delle generazioni precedenti. Il giovane si lancerà in una impresa se quella strada porterà ad una versione di sé di cui essere fieri, orgogliosi.
Per individuare questa strada è imprescindibile “guardarsi dentro” e capire quali sono i miei valori guida.
La strada che soddisferà tutti i miei valori guida sarà quella più difficile ma che percorrerò con la massima determinazione e che mi porterà verso l’autorealizzazione (nel mio personale contesto vitale).
Non è detto a priori che questo escluda il prendere parte all’attività di famiglia, se però questo tuffo dentro i propri valori guida, meglio se con l’assistenza di un Life Coach, non viene effettuato correttamente si può facilmente arrivare alla fuga o al fare del proprio figlio un obbediente relitto esistenziale.